Come iniziare

Laura Gherardini - coach strategico - come iniziare
COACHING

Come iniziare

Il percorso di Coaching inizia con un patto di fiducia: io ti offro il mio supporto e la mia esperienza, tu ti impegni ad aprirti con onestà e a metterti in gioco. 

Insieme, lavoreremo per: Migliorare la tua autostima e la tua fiducia in te stesso, Liberarti dai condizionamenti e dai giudizi esterni, Raggiungere i tuoi obiettivi di salute e benessere, Scoprire il tuo potenziale e vivere una vita più felice e appagante.

Non è un percorso facile, ma ne vale la pena.

Il patto iniziale

Il nostro accordo iniziale in cui si stabilisce il patto terapeutico e la definizione degli obiettivi prevede che il cliente si fidi e si affidi, aprendosi in maniera onesta e sincera, aiutandomi e lasciandosi aiutare lungo il percorso.

- Che non abbia fretta di ottenere risultati.
- Che non si aspetti la cura di alcuna patologia.
- Che non sia troppo orientato alla performance, come capita spesso con gli sportivi e con gli uomini, che arrivano quasi sempre con idee preconcette ispirate dal loro personal trainer a scopo competitivo, mentre io lavoro per una nutrizione sana.

Nel corso dei primi colloqui e durante il lavoro percepisco se la persona si sa guardare dentro con onestà (onestà con se stessa) e, se non ci riesce perché bloccata negli autoinganni e nelle sue trappole mentali, mi interrogo per capire se posso aiutarla oppure se è il caso di indirizzarla ad altri professionisti.

Agire sul corpo per curare la psiche

La mia missione è aiutare le persone a realizzare i loro desideri, acquistando autostima, energia e slancio vitale.

Mi rivolgo con piacere a:

- Donne dai 30 ai 70-75 anni, che credono di poter modificare la loro aspettativa di vita e la loro salute nel presente e in futuro, grazie alle azioni rivolte amorevolmente verso il loro corpo.
- Persone non condizionate da tutto quello che si scrive sui social senza cognizione di causa, disposte a mettersi in gioco e ad apprendere cose nuove sul funzionamento di se stesse.
- Donne non consapevoli della bellezza del loro essere, a prescindere dai kili di troppo o dai problemi che la vita pone loro di fronte.

Quello che devi mettere sul piatto

La domanda fondamentale che la persona deve porsi quando decide di essere seguita nel percorso di Coaching è Cosa sono disposta a mettere in gioco?

Di sicuro alcune risorse molto preziose:

- Tempo
- Denaro
- La sua persona

Inoltre bisogna accettare di andare in territori sconosciuti, che a volte possono risultare sgraditi.

- Modificare abitudini consolidate, perché, anche se sappiamo bene che non sono abitudini sane, entrano a far parte di noi.
- Aprirsi per cambiare. Questo può fare paura a chi non ne ha l’abitudine oppure a chi è stato educato a tenersi dentro le proprie emozioni.
- Confrontarsi con emozioni come l’irritazione o la rabbia, perché, in linea di massima nessuno vuole sentirsi dire come vivere e cosa dovrebbe fare di diverso da quanto ha fatto fino ad oggi. Soprattutto le persone più anziane possono essere soggette a queste reazioni

Cosa ottieni in cambio

- Ascolto senza giudizio
- Comprensione
- Consapevolezza che non si è soli
- Chiarezza sul fatto che gli stessi problemi li hanno anche tante altre persone e che tante ce l’hanno fatta a superarli con successo
- Soddisfazione per i risultati che ottieni

Quando non funziona che si fa?

Qualunque evento si verifichi in un percorso di Coaching è un prezioso insegnamento per entrambi.

Quando arriva in Studio un nuovo cliente provo curiosità, stupore e gratitudine proprio per quello che avrà da insegnarmi e perché mi metterà sicuramente alla prova, facendomi crescere e provare nuove esperienze.

Se qualcosa si inceppa nel percorso, prima di tutto cerco di capire e di prendermi la mia responsabilità per quanto accaduto: di solito giustifico sempre i clienti e i loro atteggiamenti, perché comunque l’esperta in comunicazione e relazioni sono io. Loro hanno bisogno di aiuto e lo chiedono nella forma che viene loro naturale.

Ogni esperienza, purché si mantenga la fiducia reciproca, permette di migliorare nella relazione.

Alleggerire il corpo, allietare lo spirito

«Venire da lei è stata una terapia anche per la depressione e per la malinconia.» mi disse sorridendo una paziente di 57 anni dopo aver perso 16 kili.

Ovviamente chi non trova la soluzione al suo problema non tornerà, esercitando la sua libertà di scelta, ma gli altri provano e mi esprimono gratitudine. Mi restano fedeli, perché difficilmente ci si allontana da chi ci porta a provare emozioni positive e ci aiuta a realizzare sogni e obiettivi.

Anche dopo anni, nei momenti di bisogno si ricordano di quello che ha funzionato per loro e mi cercano. Questa è per me la maggiore soddisfazione: la consapevolezza di aver compiuto il mio lavoro dando il massimo.

Per i rapporti di vecchia data e per le persone che mi hanno confidato dettagli importanti della loro vita provo affetto e un po’ di preoccupazione se capisco che sono in difficoltà.

Provo gratitudine per la fiducia che le persone ripongono in me e per il loro involontario contributo alla mia evoluzione, perché, questo è certo, ogni percorso modifica anche me.

Il mio miglior biglietto da visita

I clienti che si autorealizzano sono per me la presentazione più efficace.

Non serve nemmeno che parlino del loro percorso, perché colleghi, amici e famigliari glielo leggeranno in faccia, vedendoli brillare di una luce diversa.

Saranno loro a porre la fatidica domanda: «che cosa hai fatto?».